SENSO DEL RITORNO • azione collettiva

Elisabetta Scigliano, Martina Grkinic, Maurizio De Rosa, Mirta Vignatti, Sandra Nastri

a cura di Silvia Petronici

in collaborazione con Università degli Studi di Palermo e Orto Botanico di Palermo

29 giugno 2014 ore 18,00

Orto Botanico, Via Lincoln 2, Palermo


Ci siamo interrogati su cos'è casa. Tra noi c'erano due persone provenienti da paesi stranieri. Mirta dall'Argentina e Martina dalla Croazia. Entrambe esplorando l'Orto nei primi giorni della residenza hanno parlato di casa loro e di ciò che lì, tra le piante e nei percorsi imprevisti del giardino, muoveva le risonanze dei loro ricordi, le Chorisie di Buenos Aires, i Gabbiani di Fiume. Cercando di capire l'Orto, Sandra ha esplorato i suoi confini e, percorrendo il perimetro e osservando muri di cinta e cancelli ha sollevato una riflessione sul rapporto tra il dentro e il fuori, tra la difesa e il nascondimento. Maurizio ha esplorato il quartiere cittadino adiacente della Kalsa e lì ha osservato i vuoti e gli spazi abbandonati intorno alle case, osservando insieme a tutti gli altri la differenza di forma nell'equilibrio tra gli elementi artificiali e naturali, tra le persone e il loro ambiente. Un po' per tutti nei momenti del cibo e della camminata dall'Orto dentro Palermo fino agli alloggi nei giorni di residenza la riflessione ha interessato l'osservazione di sistemi adiacenti ma non del tutto connessi. Isole vicine separate da percorsi fluidi dove la vita si svolge in forme diverse, dove la vicinanza non significa sempre contatto e dove la comprensione si conquista nell'andare più che nel sostare o nel guardare. Le lunghe ore trascorse dentro l'isola dell'Orto Botanico ci hanno permesso di sperimentare un contatto speciale con la natura e le sue migrazioni. Abbiamo vissuto dentro una forma in equilibrio di cui qualcuno, molti, si prendono continuamente cura. Ragionando sul contatto, sulla prossimità e sul viaggio come continuo attraversamento di mondi, siamo giunti all'articolazione di questo percorso di partecipazione. L'azione nel suo complesso è un ritorno. Il nostro che dall'Orto siamo usciti e torniamo cambiati dal viaggio fuori. Quello dei semi che migrano tornando con i più svariati dispositivi all'elemento che li ha generati. Quello delle persone che da fuori accettano il nostro invito a tornare in questo luogo della loro città. La connessione stessa è un ritorno, tra noi e gli altri che partecipano, tra noi e il luogo, tra noi e le nostre molte

spinte. La scelta del titolo vuole sottolineare la dimensione del sentimento ma anche quella della sensibilità, della memoria del corpo, del sentire l'origine e la destinazione come il luogo di cui siamo fatti e che siamo.

Si tratta di un intervento complessivo da includere nell'ambito della ricerca sull'estetica relazionale e le pratiche partecipate incluso nell'ambito del ciclo di residenze senseOFcommunity dedicato alle pratiche artistiche site specific. Gli artisti e i curatori residenti di senseOFcommunity #8 // palermo rivolgono alle persone della città che hanno

incontrato durante i giorni della residenza e con cui hanno avuto uno scambio significativo un invito. La forma dell'invito è una vecchia carta ritrovata nel magazzino dell'Orto su cui sono scritte le informazioni dell'appuntamento, il giorno, l'ora e il titolo dell'azione. La carta avvolge in un pacchettino chiuso da una corda un simbolo dell'invito e di tutto il percorso, un fiore di ceramica colorato che Maurizio aveva realizzato pensando di donarlo durante questa residenza all'Orto. L'invito alla partecipazione è, perciò, prima di tutto un dono.

Il gruppo degli artisti e dei partecipanti varca l'ingresso dell'Orto, e questo con l'intenzione di mostrare un passaggio tra aree/sistema adiacenti di cui è importante indagare, a volte ricostruire, la connessione. Le persone, quindi, sono coinvolte in una sorta di processione in un percorso dentro l'Orto stesso.

Il percorso studiato dagli artisti procede dall'ingresso al viale delle Chorisie e lì la processione compie una prima stazione in prossimità di una installazione. Questa è composta dalla disposizione al suolo di un certo numero di mattonelle esagonali (usate nell'Orto come sottovasi) sulle quali sono posti disegni di Mirta che riproducono studi e immagini provenienti dall'osservazione delle piante dell'Orto, appunti di un viaggio personale e collettivo nell'ambiente naturale e dei significati dove si è svolta la residenza. La disposizione e la forma delle singole mattonelle e dei disegni riproduce una geometria simile a quella degli alveari.

La processione da questo punto procede fino alla fine del viale dove svoltando a sinistra si dirige verso la collinetta della Dracena Draco. Qui, a fianco della pianta si trova una struttura, a sua volta, esagonale, in ferro, un gazebo ma anche un piccolo tempio o un'edicola votiva. Le persone sono a questo punto invitate ad accendere delle candele e a posizionarle sulla piattaforma della struttura. Questa stazione è il risultato di un lavoro sull'ombra e sulla luce, elementi fondamentali della vita, vicini all'estetica e ai contenuti della ritualità religiosa e presenti in ogni cultura quando pensa il sacro.

La tappa successiva e finale del percorso è il prato di fronte al Ficus Macrophilla dove gli artisti invitano le persone a disporsi lungo il perimetro, a togliersi le scarpe e ad entrare a piedi scalzi sull'erba, varcando prima di tutto una soglia di consapevolezza. Il punto d'arrivo, perciò, è nell'ordine di una riflessione sul sacro o su ciò che conta e per cui è importante intraprendere un viaggio. Questo arrivo, nell'intenzione degli artisti, esplicita la

riflessione sul tema della terra come luogo del ritorno e come luogo sacro. Togliersi le scarpe significa interrompere l'andare ordinario e rendersi consapevoli e, forse anche responsabili, del passaggio in un'area speciale. La ritualità religiosa che ha fatto da sponda alla forma scelta dagli artisti per questo lavoro torna e si traduce in un'esperienza fisica piacevole e condivisa di contatto sensoriale con l'erba e con la terra. Questo è il dispositivo immaginato dagli artisti di questa residenza - che, a loro volta, hanno operato in collettivo - per suggerire un senso condiviso del ritorno.

Silvia Petronici

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SENSO DEL RITORNO. Azione collettiva

Elisabetta Scigliano, curatore

Il senso del ritorno è ciò che lega in modo indissolubile con il corpo e l'intelletto qualcosa a qualcuno, è questo legame, questo cerchio, che porta ognuno di noi a compiere un viaggio. Il seme nasce dalla terra e lì fa ritorno trasportato dagli eventi. In egual modo le persone, i sentimenti, i ricordi realizzano lo stesso percorso.

In questa azione collettiva gli artisti della residenza senseOFcommunity a cura di Silvia Petronici all'Orto Botanico di Palermo, dirigono la loro attenzione sul concetto di casa, lavorando con il pensiero rivolto al luogo ospitante, aprendosi con tutti i sensi e avendo cura di ogni aspetto, dal filo d'erba ad ogni relazione stabilita nell'orto e nella città di Palermo.

La casa è ciò che ognuno di noi ha trovato qui, non con sentore nostalgico ma con volontà di riscoprire un sentimento poderoso e nuovo, tanto forte da essere capace di connettersi dall'interno con l'esterno e viceversa.

Così l'azione si compie partendo dal confezionamento di un dono che invita il pubblico, con cui gli artisti hanno stretto una relazione durante il tempo trascorso qui, a partecipare al loro lavoro.

Una processione prende il via dall'ingresso dell'orto e procede lungo un percorso individuato

collettivamente dagli artisti: il viale delle Chorisie diventa un luogo intimo, regalato generosamente a tutti, perché appartenente ai ricordi di un'artista argentina che riconosce in quel contesto la sua aria e dunque la sua casa. A Buenos Aires los Palos Borrachos riempono i viali della città in cui i bambini giocano a pallone. E' in questo viale che sceglie di posizionare i sottovasi esagonali di terracotta dell'orto botanico sui quali appoggia un erbario di piante e fiori ricamato a carboncino su carta.

Il sottovaso è esagonale, come l'alveare delle api, è dunque casa, contemporaneamente la sua e la nostra.

La stessa forma si ritroverà all'ombra di una Dracena Draco, in una struttura in ferro individuata come altare e reverenziato dalla luce donata dai partecipanti. L'esagono diventa un simbolo, e nella sua funzione metterà insieme l'orto nel quale hanno vissuto e lavorato gli artisti, con il tessuto esterno della città, sviluppando un nodo potente.

La partecipazione infine confluisce in uno spazio all'interno del Giardino : un prato delimitato da due pini al fianco del Ficus secolare, è questo il luogo famigliare che l'orto ha scelto per gli incontri e le idee degli artisti della residenza, ed è alla soglia di casa che ci togliamo le scarpe ed entriamo coscientemente riprendendo il possesso dei nostri sensi.

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SENSO DEL RITORNO. Azione collettiva

Martina Grkinic, artista

Gli incontri avvengono proprio in luoghi apparentemente distanti da ciò che si conosce e dove possono accadere gli incontri più intimi.

Nella mia esperienza di esploratore culturale, e nel mio vissuto pieno di spostamenti, è sempre stata presente una forte attenzione al sentimento di essere a casa. La casa per me non è un luogo definito né definitivo, ma un sentimento, un sentirsi connessi con le proprie radici e, al contempo, con tutto il mondo.

Casa è il luogo dell'incontro e della connessione più intima con se stessi e con la vita che ci anima e ci circonda, è un logo dal quale partiamo e al quale tornare.

Oltre al sentimento di essere a casa, percepito di fronte ad alcuni eventi avvenuti durante l'esplorazione ed i sopralluoghi all'interno dell'orto e nella città di Palermo come lo stridere dei gabbiani o l'odore della salsedine diffuso dal vento, l'amorevole cura e ordine con i quali vengono tenute le piante, la gentilezza delle persone che abbiamo incontrato e avuto modo di conoscere durante la residenza, ho anche percepito, a tratti, una forte presenza di ombra e caos, con i quali dovermi confrontare quotidianamente per poter cogliere la complessità di questi luoghi.

La presenza di queste zone in ombra, quindi sconosciute, ha in qualche modo acceso in me il desiderio di conoscere e capire, di accettarne l'esistenza e di avvicinarmi ad esse per coglierne le potenzialità inespresse, cercando di stabilirvi, per quanto fosse possibile, una connessione; non di rifuggirle. Ho sentito la volontà di accendere una luce che vorrei condividere

Maurizio De Rosa, artista.

Gli artisti si interrogano sul significato del gesto artistico. Si allontanano e abbandonano quasi completamente la produzione di oggetti estetizzanti per concentrarsi sull'azione partecipata.

Tuttavia, la presenza di alcuni oggetti simbolici, ha una valenza funzionale per attivare processi di attenzione, di osservazione, di condivisione e di scambio.

Attenzione al gesto e al percorso relazionale. Evocazione e mimesi del ciclo evolutivo del mondo vegetale, “dell'ordine” e alle leggi che lo regolano. Atteggiamento di ascolto e predisposizione all'apprendimento.

Azione libera (dono- invito) atto a rendere qualcuno più felice e meno triste. Conservare un aspetto ludico dell'individuo. Stimolare il desiderio, l'esplorazione, la ricerca.

Sandra Nastri, artista

Il luogo di origine delle riflessioni sul senso di comunità e le sue possibili connessioni tra i vari sistemi è l'Orto botanico.

Orto botanico come spazio possibile di incontro e accoglienza della dimensione naturale e umana.

Nel garantire la sopravvivenza gli equilibri permettono anche lo sconfinamento e il dilagare in molteplici direzioni, aprendo una potenziale e infinita rete di collegamenti. Ogni sistema oltrepassandosi può aprirsi a un altro sistema, in una migrazione continua che di volta in volta aggiunge e include sensi diversi.

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Mirta Vignatti, artista

Riflettere sul senso del ritornare presuppone inevitabilmente uno sguardo sul tempo e la presenza di chi, in modo effimero, lo attraversa. Si può ritornare da qualcuno o da qualcosa che nello specifico ci lega per innumerevoli motivi, ma sempre, si ritorna per ripetere un momento che ci ha visto sentire con intensità un qualcosa di cui conserviamo una traccia, un segno nella nostra mappatura emozionale.

L'orto Botanico mi ha dato il senso profondo, l'invito di ritornare alle mie radici, alla sensazione di essere a casa solo guardando la Chorisa Speciosa. Capire, interagire e intuire che anche questo albero che non è nato a Palermo, fa parte del Giardino e sottolinea con umiltà la sua unicità perfino alla natura stessa.

La stagione parla del caldo, del verde rigoglioso e l'albero risponde con un manto di soffice e avvolgente materiale cotonato, che ci riscalderà fra non molto ma non ora.

La chorisa per prima è un migrante, ha saputo adattarsi, svolgendo la sua missione in un recinto più elastico di dimensione planetaria.

L'idea di casa può essere solo quella sensazione di ovatta soffice sul terreno, quel bianco generativo e surreale.

Un'epidermide su cui lasciare piccole tracce del nostro effimero passaggio.

Ho pensato molto al contrasto ordine- caos, la geometria che in modo palese esiste in natura e ci fa vedere le superfici e le cose in modo armonico. L'esagono è presente nelle celle dell'alveare, delinea il confine e il legame con il resto, per formare una casa, una community che restituisce il senso dell'abitare.

Le mie piccole tessere a celle esagonali sono dedicate al senso di rinascita, alla consapevolezza che siamo ordinedisordine, cura e abbandono, bianco e nero in lotta e pace continua.

L'inclusione di un elemento esterno di “connotazione virale”, in questo caso sottolinea che il dentro/fuori è alla base di ogni processo comunicativo. Ogni singolo tasto rosso presente nell'opera è stato estrapolato da una zona “non attenzionata” della città di Palermo, da rifiuto abbandonato a potenziale cella comunicativa all'interno dell'esagono-casa. Una migrazione inclusiva.

Queste tessere sono un gesto e un dono visivo che conserva in sé questo potenziale potere contraddittorio.


SenseOFcommunity #8

residenza per artisti e curatori sulla pratica artistica site specific ::: a cura di Silvia Petronici,

con: Elisabetta Scigliano :: Martina Grkinic :: Maurizio De Rosa :: Mirta Vignatti :: Sandra Nastri

21giugno- 29 giugno 2014

Palermo// Orto Botanico

SenseOFcommunity #8 si è svolta all'interno di Connected # Palermo di Meri Iacchi a cura di Silvia Petronici.

10 maggio- 29 giugno 2014

Palermo// Orto Botanico

Con il patrocinio del:

COMUNE DI PALERMO

In collaborazione con:

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO :: ORTO BOTANICO DI PALERMO :: COOPERATIVA CULTURA BOTANICA

Partners:

ASSOCIAZIONE CLAC :: COWORKING RE FEDERICO:: ASSOCIAZIONE NEU [NOI] :: CHIARA BURGIO ::

CORO GOETHE

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